Pensieri felici. Sono quelli che ti permettono di alzarti in volo. D'accordo, anche una spruzzatina di fata, ma l'importante è dimenticare tutto questo. E questo è: il mondo degli adulti, la pesantezza dell'essere vecchi. E' il Peter Pan-pensiero, cent'anni di vita, ma che attualità ancora. La storia del bambino che non voleva crescere, nata dalla penna dello scozzese James Barrie nel 1906 (ma già due anni prima sulle scene teatrali londinesi del Duke of York's Theatre), ha accompagnato generazioni, ispirato scrittori e registi, prestato il proprio nome per definire psicoanaliticamente una sindrome tipica del Novecento e del moderno si dice, ma ancora più calzante a definire il nostro oggi così adolescenziale. Questa storia arriva per la prima volta sul grande schermo (dal 2 aprile, in 230 sale, distribuito da Columbia) col colossal dell'australiano P. J. Hogan (quello del matrimonio del mio migliore amico). La prima volta, è bene ricordare, con attori in carne ossa, visto che celebre fu il cartoon Disney del 1953, Le avventure di Peter Pan diretto da Clyde Geronimi, Wilfred Jackson e Hamilton Luske.
Il Peter Pan di Hogan, fedele al testo di Barrie ma con una nota più sensuale e, quasi un'eresia a dirsi, più 'adulta', è interpretato dal quattordicenne inglese Jeremy Sumpter. Wendy, la raccontatrice di storie 'rapita' dal folletto, è Rachel Hurd-Wood, mentre Capitan Uncino è Jason Isaacs, il Lucius Malfoy di "Harry Potter e la camera dei segreti" e, come vuole la tradizione teatrale, anche padre di Wendy. Infine Campanellino ha la faccia dispettosa e smorfiosa della rivelazione francese Ludivine Sagnier, quella di "Otto donne" e "Swimming Pool", qui una gelosa ma alla resa dei conti generosa fatina che accompagna Peter Pan nei suoi viaggi tra gli incanti onirici dell'Isola che non c'è e la rigida immobilità dell'Inghilterra edoardiana.
Il pensiero corre veloce verso quel tempo che è stato felice e spensierato, giovane e un po' incoscente.
L'Albero incantato
giovedì 21 luglio 2011
lunedì 18 luglio 2011
Un Frammento di Vita.....
Non lo so che cosa mi succede, forse dovrei chiamarlo sentimento, ma non me la sento di scommettere con la vita. Forse mi chiederai quale sentimento? Beh prova ad immaginare il più sublime, il più bello, quello più dolce, il più semplice, quello più complicato… quello che non so dire… il sentimento che si sussurra alla luna nel tenue silenzio di una notte d’estate e che fa vibrare le corde dell’animo. Non ha un nome, non ha forma ne colore, ma è vivo, nasce, cresce e pulsa… è musica nel tempio della vita. Mi sveglio la mattina e penso all’odore del caffè, a come sarebbe svegliarsi insieme a te, o svegliarsi prima di te per poterti guardare mentre ancora dormi nell’alba del primo mattino… Ti sveglierei con il profumo di petali di rose, che spargerei sul letto e sui tuoi fianchi… ti bacerei sugli occhi per addolcire il tuo risveglio… e resterei fermo immobile a guardarti per dirti semplicemente: ciao. Ti porterei a passeggiare per le stradine di Venezia aspettando l’acqua alta per poterti prendere in braccio, cammineremmo sul Canal Grande e vedrei insieme a te cose che non ho mai visto. Passeremo sotto i ponti antichi che sovrastano i canali della laguna, ci fermeremo a guardare i porticati antichi dei palazzi e tu con gli occhi stupiti mi seguiresti lungo le vie della città… Attraverseremo le piazze inondate di gente e in mezzo alla folla ci prenderemo per mano per non perderci… a mezzogiorno sentiremo gli odori che esalano dalle cucine dei ristoranti e dalle bettole di mare… e non immagineremo un posto migliore di quello… e forse saremo felici. Nei pomeriggi di sole andremo a dormire sugli isolotti deserti nascosti al di là della laguna, cammineremo a piedi nudi sulla morbida sabbia e lì, al riparo dalle onde ci addormenteremo nel fragore della brezza marina, e forse faremo l’amore… All’imbrunire del giorno ci fermeremo negli chalet alla luce della luna, sorseggiando i sapori della sera, e parleremo dei nostri sogni e delle nostre paure. Ancora una volta ti prenderò per mano e ti porterò a passeggiare lungo ai viali frastornati di negozi e di luci, ancora una volta in mezzo alla gente ed io avrò occhi solo per te… Ci fermeremo a fissare i bimbi che già dormono nei carrozzini vicino ai tavoli dei bar e parleremo del nostro presente e forse ci chiederemo perché… Insieme abbracciati, giocheremo a guardare il cielo e a fissare la stessa stella… immagineremo la nostra vita guardandola secondo prospettive diverse e non ci perderemo nemmeno un attimo del nostro presente… Ti parlerò dei miei sogni e ti chiederò dei tuoi, tu mi rimprovererai perché sarò troppo sensibile… e avrai paura di me… Ti chiederai il perché di tutto questo e forse mi parlerai con voce tremante… o forse no. Io ti accompagnerò nella notte a scoprire i segreti della città, e saremo cullati dalla musica dei violini di strada… Ti stupirai, ma forse anche solo per un attimo sarai felice di essere lì con me… e i tuoi occhi sorrideranno. Catturerò tutti i tuoi silenzi, e coglierò ad uno ad uno i tuoi sguardi, imprigionerò i tuoi pensieri e i momenti che trascorreremo insieme per trasformarli in ricordo… saremo pervasi da gioia, ansia e stupore, ma non avremo paura… Ci chiederemo che cos’è la felicità e ancora una volta non ci sapremo rispondere. Passerà la notte e verrà dinuovo il giorno e forse non saremo più insieme, o forse non lo saremo mai stati… e sarà stato solo un sogno… resterà il desiderio di averti e un giorno anche questo finirà… e tu… tu diventerai solo un ricordo… Continuerai a vivere la tua vita di sempre nella quale io non ti sono accanto… Ma io ti seguirò lungo le vie che percorrerai ogni giorno cercando di capire chi sei e perché ti cerco, senza pretese proverò a dirti come ci si sente a immaginarsi in una vita che oggi ignoro e di cui non posso avere coscienza… E sempre chiedendomi perché, mi ritaglierò un piccolo spazio durante il giorno per poterti vedere… finquando anche tu lo vorrai, e senza preoccuparmi di che cosa possa pensare la gente, cercherò di nascondere le emozioni a tutti, tranne che a te… e so che non ci riuscirò… Io ti parlerò, tu mi parlerai… e quello che verrà… fosse anche solo un soffio di vento, una singola emozione, una parola o un sorriso, una lacrima o un sussurro… sarà servito a dare un senso a tutto questo… almeno questa volta…
La Favola di Peter Pan
La Favola di Peter Pan
La fiaba inizia in una Londra di inizio novecento: il signor e la signora Darling si stanno preparando per uscire. Mentre i due maschietti giocano, a Wendy viene detto che dalla sera dopo dormirà sola, perché già grande per stare con i fratellini. Quella sera stessa, durante l'assenza dei genitori, Peter Pan e Trilly entrano nella grande casa per cercare la sua famosa ombra, che Nana il cane, le aveva strappato qualche sera prima…. Ma l'Ombra non vuole saperne di tornare con al suo posto, ora è libera! ! Wendy sentendo rumore si sveglia e trova il ragazzino e Trilly, decide così di cucirgli l'Ombra e nel frattempo gli racconta di quanto le sia difficile ammettere che anche lei sta' crescendo.
Peter ignaro della gelosia di Campanellino, chiede alla ragazzina di seguirlo nell'Isola che non c'è, per stare con lui e con tutti gli altri Bimbi Sperduti… ora anche Michele e Gianni sono svegli.. Però c'è un problema… i bimbi della Terra non sanno volare. Peter prende Trilly per il vestitino e spruzza un po’ di polvere sui tre fratelli. Questi iniziano a volare, guidati da Peter che grida "Seconda stella a destra poi sempre drittooo".
Non appena i ragazzi e la Fatina sorvolano l'Isola che non c'è, Capitan Uncino tira loro una cannonata. Gianni e Michele sono entusiasti… Esistono i pirati! Esistono davvero! ! Peter è costretto a fermarsi a distrarre il Capitan Uncino, mentre lascia il compito a Trilly di portare i due fratellini e Wendy al rifugio.
La Fatina, sempre più gelosa di Wendy e offesa con Peter per come le ha preso la polvere magica, fugge al rifugio lasciando indietro i tre fratelli, che vengono attaccati dagli stessi Bambini Sperduti… Peter, quando torna scopre che è tutta colpa di Campanellino se Wendy stava per farsi male, così decide di punirla. Così mentre Gianni, Michele e Wendy conosco le bellissime meraviglie dell'Isola che non c'è insieme ai Bimbi Sperduti, Trilly decide di dare una mano a Capitan Uncino e di svelargli il nascondiglio di Peter.
In un agguato il Capitano prende tutti i Bimbi compresi i tre fratelli e li porta sulla nave pirata, mentre lascia un pacco esplosivo per Peter; ma anche Campanellino viene rinchiusa in una lanterna nonostante sia stata una complice.
Mentre Wendy e' sicura che il suo eroe arriverà presto, Trilly corre a dire tutto e a togliere il pacco dalle mani di Peter, appena in tempo… Intanto i Bimbi Perduti si rifiutano di diventare parte della ciurma della nave pirata di Uncino, e Wendy coraggiosamente si tuffa per prima in mare spinta dal perfido Capitano, ma…
Peter la salva e sfida a duello il Capitan Uncino, che ovviamente sconfitto, cade in mare e scappa rincorso dal coccodrillo che gli ha mangiato la mano e una sveglia. Mentre i Bimbi Sperduti, Michele, Gianni e Wendy prendono possesso della nave, tutti esultano per il coraggio di Trilly; anche se Wendy sente la mancanza dei genitori… E' così Peter decide di portare i tre fratelli, con il vascello, fino a Londra.
La fiaba inizia in una Londra di inizio novecento: il signor e la signora Darling si stanno preparando per uscire. Mentre i due maschietti giocano, a Wendy viene detto che dalla sera dopo dormirà sola, perché già grande per stare con i fratellini. Quella sera stessa, durante l'assenza dei genitori, Peter Pan e Trilly entrano nella grande casa per cercare la sua famosa ombra, che Nana il cane, le aveva strappato qualche sera prima…. Ma l'Ombra non vuole saperne di tornare con al suo posto, ora è libera! ! Wendy sentendo rumore si sveglia e trova il ragazzino e Trilly, decide così di cucirgli l'Ombra e nel frattempo gli racconta di quanto le sia difficile ammettere che anche lei sta' crescendo.
Peter ignaro della gelosia di Campanellino, chiede alla ragazzina di seguirlo nell'Isola che non c'è, per stare con lui e con tutti gli altri Bimbi Sperduti… ora anche Michele e Gianni sono svegli.. Però c'è un problema… i bimbi della Terra non sanno volare. Peter prende Trilly per il vestitino e spruzza un po’ di polvere sui tre fratelli. Questi iniziano a volare, guidati da Peter che grida "Seconda stella a destra poi sempre drittooo".
Non appena i ragazzi e la Fatina sorvolano l'Isola che non c'è, Capitan Uncino tira loro una cannonata. Gianni e Michele sono entusiasti… Esistono i pirati! Esistono davvero! ! Peter è costretto a fermarsi a distrarre il Capitan Uncino, mentre lascia il compito a Trilly di portare i due fratellini e Wendy al rifugio.
La Fatina, sempre più gelosa di Wendy e offesa con Peter per come le ha preso la polvere magica, fugge al rifugio lasciando indietro i tre fratelli, che vengono attaccati dagli stessi Bambini Sperduti… Peter, quando torna scopre che è tutta colpa di Campanellino se Wendy stava per farsi male, così decide di punirla. Così mentre Gianni, Michele e Wendy conosco le bellissime meraviglie dell'Isola che non c'è insieme ai Bimbi Sperduti, Trilly decide di dare una mano a Capitan Uncino e di svelargli il nascondiglio di Peter.
In un agguato il Capitano prende tutti i Bimbi compresi i tre fratelli e li porta sulla nave pirata, mentre lascia un pacco esplosivo per Peter; ma anche Campanellino viene rinchiusa in una lanterna nonostante sia stata una complice.
Mentre Wendy e' sicura che il suo eroe arriverà presto, Trilly corre a dire tutto e a togliere il pacco dalle mani di Peter, appena in tempo… Intanto i Bimbi Perduti si rifiutano di diventare parte della ciurma della nave pirata di Uncino, e Wendy coraggiosamente si tuffa per prima in mare spinta dal perfido Capitano, ma…
Peter la salva e sfida a duello il Capitan Uncino, che ovviamente sconfitto, cade in mare e scappa rincorso dal coccodrillo che gli ha mangiato la mano e una sveglia. Mentre i Bimbi Sperduti, Michele, Gianni e Wendy prendono possesso della nave, tutti esultano per il coraggio di Trilly; anche se Wendy sente la mancanza dei genitori… E' così Peter decide di portare i tre fratelli, con il vascello, fino a Londra.
mercoledì 13 luglio 2011
Così vanno le cose......
Quando le cose della vita ci superano, quando 24 ore al giorno non ci bastano, ricordiamoci di questo esempio... bastano un barattolo di maionese, poche altre cose e del caffè...
Un professore, davanti alla sua classe di filosofia, senza dire parola prende un barattolo grande e vuoto di maionese e procede a riempirlo con delle palle da golf. Dopo, chiede agli studenti se il barattolo è pieno. Gli studenti sono d'accordo e dicono di sì.
Così il professore prende una scatola piena di palline di vetro e le versa dentro il barattolo di maionese. Le palline di vetro riempiono gli spazi vuoti tra le palle da golf. Il professore chiede di nuovo agli studenti se il barattolo è pieno e loro rispondono di nuovo di sì.
Poi il professore prende una scatola di sabbia e la versa dentro il barattolo. Ovviamente la sabbia riempie tutti gli spazi vuoti e il professore chiede ancora se il barattolo è pieno. Questa volta gli studenti rispondono con un sì unanime.
Il professore, velocemente, aggiunge due tazze di caffè al contenuto del barattolo ed effettivamente, riempie tutti gli spazi vuoti tra la sabbia. Gli studenti si mettono a ridere in questa occasione.
Quando la risata finisce il professore dice: "Voglio che vi rendiate conte che questo barattolo rappresenta la vita. Le palle da golf sono le cose importanti come la famiglia, i figli, la salute, gli amici, l'amore; le cose che ci appassionano. Sono cose che, anche se perdessimo tutto e ci restasse solo quello, le nostre vite sarebbero ancora piene. Le palline di vetro sono le altre cose che ci importano, come il lavoro, la casa, la macchina ecc... La sabbia è tutto il resto: le piccole cose. Se prima di tutto mettessimo nel barattolo la sabbia, non ci sarebbe posto per le palline di vetro nè per le palle da golf. La stessa cosa succede con la vita. Se utilizziamo tutto il nostro tempo ed energia nelle cose piccole, non avremo mai spazio per le cose realmente importanti. Fai attenzione alle cose che sono cruciali per la tua felicità: gioca con i tuoi figli, prenditi il tempo per andare dal medico, vai con il tuo partner a cena, pratica il tuo sport o hobby preferito. Ci sarà sempre tempo per pulire casa, per riparare il rubinetto dell'acqua del cortile. Occupati prima delle palline da golf, delle cose che realmente t'importano. Stabilisci le tue priorità, il resto è solo sabbia".
Uno degli studenti alza la mano e chiede cosa rappresenta il caffè. Il professore sorride e dice: "Sono contento che tu mi faccia questa domanda. E' solo per dimostrarvi che non importa quanto occupata possa sembrare la tua vita, c'è sempre posto per un paio di tazze di caffè con un amico".
Un professore, davanti alla sua classe di filosofia, senza dire parola prende un barattolo grande e vuoto di maionese e procede a riempirlo con delle palle da golf. Dopo, chiede agli studenti se il barattolo è pieno. Gli studenti sono d'accordo e dicono di sì.
Così il professore prende una scatola piena di palline di vetro e le versa dentro il barattolo di maionese. Le palline di vetro riempiono gli spazi vuoti tra le palle da golf. Il professore chiede di nuovo agli studenti se il barattolo è pieno e loro rispondono di nuovo di sì.
Poi il professore prende una scatola di sabbia e la versa dentro il barattolo. Ovviamente la sabbia riempie tutti gli spazi vuoti e il professore chiede ancora se il barattolo è pieno. Questa volta gli studenti rispondono con un sì unanime.
Il professore, velocemente, aggiunge due tazze di caffè al contenuto del barattolo ed effettivamente, riempie tutti gli spazi vuoti tra la sabbia. Gli studenti si mettono a ridere in questa occasione.
Quando la risata finisce il professore dice: "Voglio che vi rendiate conte che questo barattolo rappresenta la vita. Le palle da golf sono le cose importanti come la famiglia, i figli, la salute, gli amici, l'amore; le cose che ci appassionano. Sono cose che, anche se perdessimo tutto e ci restasse solo quello, le nostre vite sarebbero ancora piene. Le palline di vetro sono le altre cose che ci importano, come il lavoro, la casa, la macchina ecc... La sabbia è tutto il resto: le piccole cose. Se prima di tutto mettessimo nel barattolo la sabbia, non ci sarebbe posto per le palline di vetro nè per le palle da golf. La stessa cosa succede con la vita. Se utilizziamo tutto il nostro tempo ed energia nelle cose piccole, non avremo mai spazio per le cose realmente importanti. Fai attenzione alle cose che sono cruciali per la tua felicità: gioca con i tuoi figli, prenditi il tempo per andare dal medico, vai con il tuo partner a cena, pratica il tuo sport o hobby preferito. Ci sarà sempre tempo per pulire casa, per riparare il rubinetto dell'acqua del cortile. Occupati prima delle palline da golf, delle cose che realmente t'importano. Stabilisci le tue priorità, il resto è solo sabbia".
Uno degli studenti alza la mano e chiede cosa rappresenta il caffè. Il professore sorride e dice: "Sono contento che tu mi faccia questa domanda. E' solo per dimostrarvi che non importa quanto occupata possa sembrare la tua vita, c'è sempre posto per un paio di tazze di caffè con un amico".
lunedì 11 luglio 2011
Pensa anche a questo!!!!!!
E' solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa .
"Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a Genova per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in milano per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta."
[Tratto da The Big Kahuna]
"Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a Genova per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in milano per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta."
[Tratto da The Big Kahuna]
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